
“Tolte le pochissime cose di cui possiamo fare esperienza diretta, le nostre opinioni sulla realtà si basano sulla mediazione che ne fanno le altre persone, la cultura popolare, i media, i social media. Non sappiamo quello che accade, se non in minima parte: ci viene raccontato da qualcuno. Sempre.”
Quattro anni dopo Questa è l’America (2020), Francesco Costa si è ormai consolidato come uno dei massimi interpreti italiani della cultura americana e dell’attualità statunitense, di fenomeni oggi sempre più complessi che necessitano di un’analisi profonda e consapevole. Nelle pagine di Frontiera si parla di un mondo in cui gli opposti convivono, in cui sembrano dominare le esagerazioni e le contraddizioni, ma il lettore viene subito messo in guardia: «Un’altalena così estrema si deve in parte a un’illusione ottica». Ed è proprio spostando continuamente il punto di vista che Costa illumina i tratti sconosciuti o incompresi degli americani, invisibili all’esterno.
Se il risultato di Frontiera è il quadro che promette – e ci consente – di proiettarci in questo «nuovo secolo americano», il mezzo utilizzato ancora una volta da Costa, già sfruttato sia in Questa è l’America che in California (2022), è quello dell’insieme di narrazioni, della serie di frammenti: fatti di cronaca ed episodi di storie piccole o grandi che raramente escono dai loro confini d’origine per arrivare in Europa. Ma la vera originalità di questi racconti sta nella voce che li mette in fila, li interpreta e li riconduce alle categorie più ampie di ‘Abbondanza’, ‘Ingenuità’, ‘Identità’, ‘Violenza’ e ‘Frontiera’. Le cinque parti che compongono il libro non sono altro che cinque diverse angolazioni scelte dall’autore per penetrare l’universo sconfinato degli Stati Uniti, disegnando una panoramica che rimarrà valida ancora a lungo in quanto dipinge l’essenza del popolo americano.
Lo sguardo ravvicinato dell’autore, nel mettere a fuoco le diverse caratteristiche degli Stati Uniti, costruisce una percezione degli eventi radicata tanto nella storia quanto nella discussione attuale. Frontiera non è un’apologia degli Stati Uniti o una difesa dei costumi americani, e soprattutto non cerca di ignorare i molti preconcetti sull’America, che vengono invece ribaltati al fine di scoprire ciò che agisce sotto la superficie.
L’indagine portata avanti dal neodirettore del Post, puntualmente documentata senza rinunciare alla scorrevolezza della narrazione, osserva la mediazione attuata dai giornali e dalla televisione nei confronti dell’opinione pubblica, e affianca il bias dei media – ideologico ed economico – ai migliori risultati dell’inchiesta giornalistica. Si delinea una riflessione che emerge progressivamente dallo scarto tra i temi affrontati e dalla connessione instaurata ad esempio tra la ricchezza dell’economia, la depressione giovanile e il caso Roe v. Wade, oppure dalla scelta di spostarsi dai dati sulla criminalità e sull’uso di armi, indietro al periodo della segregazione e del Ku Klux Klan, e di nuovo avanti all’amministrazione Trump.
Nella vicenda nazionale statunitense la violenza è stata dunque spesso uno strumento di vita quotidiana, di liberazione, di affermazione di sé e di protezione dei propri interessi, dentro e fuori i propri confini. O almeno questo è quello che gli americani amano raccontarsi. Uno strumento: il più pericoloso, delicato, potente, efficace. Una questione tecnica: complicata, dolorosa, inevitabile.
Francesco Costa dimostra, dopo anni impegnati nella conduzione della rassegna stampa Morning e nella creazione della newsletter Da Costa a Costa, di aver affinato la capacità di provocare la riflessione del lettore, di non cullarlo nelle sue convinzioni ma di mettergli sotto agli occhi un fatto inedito o, davanti a una storia nota, di sottoporgli una narrazione nuova, uno sguardo provocatorio, una conclusione che precipita verso la stringente necessità di tornare ad agire sul presente. È così, infatti, che prosegue il suo affondo nella questione della violenza legata alle armi:
E quindi, dovendo sbrigativamente bilanciare interessi e priorità diverse, può capitare persino che […] un pezzo rilevante della popolazione consideri le decine di migliaia di persone uccise ogni anno dalle armi da fuoco come un prezzo accettabile da pagare pur di proteggere qualsiasi cosa intenda proteggere chi si oppone a una riforma delle leggi sul possesso di armi. Sono danni collaterali, incidenti di percorso. Terribili, ma cosa ci vuoi fare.
Recensione di Giacomo Bottura
Francesco Costa, Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano, 2024, Mondadori, pp. 290, ISBN: 9788804776888