
“I libri si parlano tra loro, Adso. E si rubano tra loro, anche. (Umberto Eco, forse)”
Con questa citazione si apre Le truffe editoriali di Stelvio La Faina di Stefano Tonietto, un pastiche letterario divertente e raffinato. L’autore, padovano, è un insegnante di liceo e ha pubblicato diverse parodie letterarie sia in prosa sia in versi. Tra le sue ultime opere, figurano Altri dodici Cesari (2022), una riscrittura dell’Inferno dantesco in forma di lipogramma in A (Il divino intreccio, 2021) e un poema «comicavalleresco» in ottave (Olimpio da Vetrego, 2010).
Le truffe editoriali di Stelvio La Faina immagina la pubblicazione, da parte di un «Editore» anonimo, della divertente antologia di brani rinvenuta nella casa editrice La Faina a seguito del suo fallimento. L’editore Stelvio La Faina è fuggito in Bolivia e il mondo delle lettere non parla che di questo «triste capitolo per l’editoria e la cultura italiana». L’Editore si dissocia dal linguaggio che Stelvio impiega nei propri scritti, «files narcisisti e ossessivi», che rivelano la «predisposizione truffaldina» del fuggiasco, ma si ritiene fortunato ad essere entrato in possesso del materiale, ossia palesi riscritture dei testi di grandi poeti e prosatori della letteratura. Stelvio, prima di venire inchiodato dalle indagini, aveva spacciato per inediti svariati scritti, tra cui le Omelette morali di Giacomo Leopardi, il Canzoniere per Laula di un certo Francesco Tetrarca e Il torvo di Edgar Allan Poe.
Vestendo i panni del narcisista Stelvio, Tonietto dà prova delle proprie capacità di fine studioso e pungente parodista in componimenti come, appunto, quelli per Laula: «Parlo toscano ed ella non mi bada, | parlo latino e si riman di ghiaccia, | parlo lingua d’oil, mi ride in faccia, | parlo lingua d’oc, poco le aggrada; | scrivo sonetti, e va per la sua strada, | scrivo in prosa volgar, ma lei mi scaccia, | scrivo in esametri, e mica par le piaccia, | scrivo sermoni, e mi vòl dar di spada». Oltre ai materiali «inediti», l’Editore pubblica anche altri testi trovati nel computer di Stelvio, probabilmente destinati a diventare un’audace autobiografia. Il lettore si diletta così leggendo alcuni spaccati di vita quotidiana a La Faina Editions, in cui, alle accorate preoccupazioni della segretaria, seguono le risposte insolenti e ammiccanti di Stelvio, che provocano immancabilmente le esasperate reazioni di lei.
Oltre agli endecasillabi tetrarcheschi, Tonietto emula le peculiarità stilistiche di celebri autori tra cui «un Eugenio Montale inedito e per certi versi imprevisto»: Stelvio racconta di come Montale, in un imprecisato manoscritto, abbia composto L’infinito immedesimandosi in Giacomo Leopardi, «un Leopardi però moderno, non più confortato dalle illusioni». L’ultima quartina recita così: «Vedi, torno sovente a questo parco, | a questi amari greti, a questi bossi, | e chissà che un bel dì vi trovi il varco | per l’infinito: ed a chi resta, gli Ossi». L’editore nota compiaciuto come le tre quartine presentino «frequenti ipermetrie» e un «lessico aspro e disarmonico», in perfetta linea con le scelte stilistiche di Montale.
Le truffe editoriali di Stelvio La Faina offre una piacevole lettura di noti componimenti in chiave parodistica, regalando una colta panoramica su testi, per la maggior parte, sedimentati nella cultura dei lettori.
Recensione di Noemi Quarenghi
Stefano Tonietto, Le truffe editoriali di Stelvio La Faina, 2024, Exorma, pp. 208, ISBN: 9788831461603